Exception è un paradigmatico rappresentante di quella avanguardistica categoria  di sparatutto che va a rappresentare degnamente con tutti i crismi del caso, vale a dire  il sottogenere abstract,  una sorta di new wave of  japanese shoot 'em up, divenuta in breve tempo l'unica strada  perseguibile per veder rinascere lo sparatutto dalle ceneri del suo (comunque glorioso) passato, nella declinazione di una nuova forma d'arte digitale in cui l'assetto ludico permane lì  ancora intatto ma marginale rispetto alla predominanza di un ritrovato culto del piacere estetico. e in tal senso, Exception, è una operazione chirurgica perfettamente riuscita  mediante la  fruizione di un  raffinato motore fisico chiamato a ergere, in un fantomatico  ma necessario nulla precostituito, architetture grafiche che farebbero la felicità - ma non solo - degli artisti d' avanguardia della Parigi di inizio 900: i cosiddetti cubisti, celebri pittori che fecero dell'astrazione geometrica una imponente operazione artistica  con cui accedere alla dimensione spirituale del mondo immateriale delle cose,  viste però da una prospettiva  del tutto inedita per la mente umana. dunque posto in questi termini l'abstract shooter  ha nella sua accezione qualcosa che non è affatto individuabile  nell'attuale panorama videoludico poichè non ne segue le rigide logiche  di mainstream che lo vorrebbero allineato ai parametri aberranti del videogioco odierno. Exception appare esule già visivamente da  qualunque canone estetico "benpensante"  per plasmare invece  l' assoluta bellezza dell'armonia geometrica in totale assenza di sovrastrutture di sorta, di  policromie e definizioni di curve, lasciando  come unità fondamentale di struttura il cubo al posto del pixel. nella trascendentale visione di perfezione del mondo di Exception, ripulito ora da ogni eccesso di complessità, la luce  persite come elemento imprescindibile dal genere e la ritroviamo viva e pulsante più che mai nelle fantastica elaborazione sia  di incandescenze in notevoli effetti di esplosione e scomposizione particellare, sia applicata ai fasci  di laser (oscillante) dell'emulo guidato come di quelli  nemici, mentre lo sfondo e i cubi che delineano i lunghi labirinti abissali, appaiono come "bagnati" da una pioggia di blu alogeno  che non può non ricondurre alla mente  visioni di realtà virtuale già sperimentate in campo cinematografico da un film come Tron.  Exception è  però anche  una grande  scommessa vinta da quella produzione di videogiochi che a testa alta si  definisce indie: indipendente. indipendente per supporto economico, idee, originalità, estro artistico e volontà infusa per creare qualcosa che non si ponga davanti a noi come il  tipico costrutto digitale moderno, possente sul piano tecnico, ma il più delle volte privo di anima. ma soprattutto indipendente dalla commercializzazione forzata di  opere di calibro come questa sulle recenti console, sistemi divenuti  veri e propri strumenti di dittatura con cui privare un possessore di Pc di questo tipo di forme creative ora che l'interesse per la loro piccola nicchia incontaminata si sta rivelando fonte sempre più preziosa per un margine di guadagno. in tal senso quindi,  si può cogliere il valore molteplice di Exception,   piccolo gioiello sfuggito al regime monopolistico  delle console di attuale generazione. fortunatamente questo titolo non è stato  il solo e si spera vivamente per  la  libertà di fruizione futura che non sia nemmeno l'ultimo. il gioco gira egregiamente su qualunque Pc di fascia media anche con scheda grafica integrata, ma per una esperienza visiva di intensità massima sono consigliate Nvidia GeForce6000 e Ati RadeonX1000. da fare proprio a tutti i costi.
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