sabato 7 gennaio 2012

Thunderforce IV




Lasciate che vi sia raccontata una storia, una di quelle che direttamente dalle pagine delle riviste videoludiche anni 90, epoca indimenticabile per un gameplayer, ne esce fuori per solcare le onde dell'inevitabile avvizzimento neuronale dato dalla vecchiaia, oltre la maledetta metamorfosi bambino-adolescente-adulto, grindando come fà uno skater un pò spericolato ma dal sangue freddo sopra i terribili gorghi che risucchiano la memoria storica in neri abissi di buio, lasciandosi alle spalle polverosi dimenticatoi mangiaricordi, per trovare infine nel futuro teorizzato il terreno in cui piantare sinapsi più salde e profonde così da far fiorire la leggenda immortale a cui essa è stata predestinata fin dalla genesi e che qui sentiamo l'onore e l'onere di dover tramandare alla bella gioventù di oggi messa al mondo tanto per fare rumore, tanto per fare numero, tenuta in scacco dai dictat di una gerontocrazia dominante, da mass media ignoranti per loro stessa ammissione, piegati e compiacenti a quel nuovo ordine mondiale in salsa complottistica da romanzo sci-fi ma reale da far paura, schiavi senzienti dell'attualità che nulla insegna e di quel nulla totale come eredità da lasciare ai posteri, un contenitore senza contenuto privo di ogni memoria storica appunto, in perfetta assenza di qualunque riferimento di punta che sia ora musicale, grafico, culturale o vagamente artistico, senza alcuna guida maestra insomma che li tenga lontani dal diventare facile preda del nulla precostituito, alla mercè dei tanti pericolosi -ismi che l'essere umano ancora in fieri vanta purtroppo a suo sfavore assumendo sembianze ora del cosiddetto bimbominkia, o di emo, troll o noob e quant'altro trovi spazio tra i neologismi archiviati dalla noncilopedia di turno pronta a spiegarci in che categoria riconoscere noi stessi e il nostro vicino di banco. era un tempo fottutamente lontano dicevamo, quando esisteva perlopiù una triade categorizzante quale il paninaro, il nerd e il metallaro, e nel mondo, tutto sommato, ti distinguevi fondamentalmente per l'essere una testa di cazzo o meno e i principi di autoaffermazione dell' io ancora non si determinavano nel collegamento virtuale di massa per mezzo di social network in cui omologare l'italiano medio, calciofilo puttaniere e benpesante a un decerebrato che pensa dice e fa sentendosi cittadino libero anche quando obietta quello che gli viene dettato dall'alto, convinto di essersi ridestato fiero e indipendente da uno dei suoi tanti incubi ad occhi aperti un pò meno sonnacchioso di prima ma solo per poco e con il piacere inconscio di potersi riappisolare pacificamente generando altre inedite mostruosità dal suo fottuto sonno della ragione. è puro degrado adolescenziale nonchè generazionale quello a cui si assiste oggi, frutto di un decadimento di più ampio respiro e risultato di un tragico apice con consequenziale decrescimento gaussiano della moralità in campo artistico/culturale/sociale che affonda a sua volta le sue radici in problemi atavici trascinati dietro a mò di zavorra, in disagi malcelati tipici di questi anni alquanto tristi e imbarazzanti. anni sfortunati per un certo verso perchè incapaci di competere sul piano delle idee, sia nella speculazione filosofica quanto nella loro resa in termini pratici con cui le tre decadi d'oro ossia seventies, eighties, e soprattutto i nineties, trasformano gli anni duemila nella figura del compagnetto di classe impreparato, diventato strabico a furia di sbirciare con la coda dell'occhio dal compito già fatto del vicino, ma tanto oramai si copia come se niente fosse, si imita spudoratamente e il problema rimane molto serio: lo si fa, e anche parecchio male, senza capire come e perchè lo si stia facendo, portando solo ad ulteriore aumento dell' entropia, una espansione del caos senza più leggi che lo governino. Thunderforce IV in tutto ciò che si presenta come un sistema che ha fallito pronto al collasso definitivo avendo raggiunto il suo massimo raggio d'azione è praticamente il nostro biglietto per la salvezza, la scialuppa sopra cui intraprendere il viaggio di ritorno verso il centro d'origine dove tutto è partito e deve ripartire per ristorare i nervi legati ai nostri sensi addormentati e ridare così vita nuova a quel costrutto sinestetico che rende pragmatico il bisogno di espressioni artistiche sotto nuove prospettive e avanguardie. non ci interessa ricordare le specifiche tecniche del gioco consultabili sempre e alla portata di tutti in ogni momento. non vogliamo nemmeno ricordare i nomi degli autori. ci piace immaginarceli come gli dei dell' epos zeldiano, scesi dal loro olimpo celeste per lasciare a noi miseri mortali l' aura somma dei loro sforzi di programmazione. alla guida del nostro Rynex faremo un viaggio dove nessuno riuscirà mai a portarci così tanto lontano dai falsi miti che ci siamo abilmente costruiti e nel contempo tanto vicini invece alla più profonda verità. quel tipo di esperienza che amiamo delegare solo ai libri che ci hanno appassionato, alla persona che amiamo, al film che ci ha incantato e ci ha fatto tornare bambini. Thunderforce IV ammicca sexy come un numero di Playboy e classico come solo una opera accademica lasciata dimenticata sotto i banchi di scuola sa essere, rivelandosi ad ogni nuova lettura un perfetto costrutto artistico , la risposta per chi ha sete di quella conoscenza che si schiude simile ai petali immacolati di un fiore di loto. chi è pronto ad accettarla intraprende un rito iniziatico come quello dei primi cristiani gnostici ma questa volta è il verbo di un Cristo nuovo, post futuristico, reincarnato in formato digitale il quale perdona al suo fedele ogni peccato e bruttura compiuti in vita per non averlo (ri)conosciuto prima. ma qui non si scherza signori, questo è solo pane per i denti di chi è pronto ad accettare la purezza virginea non come preservazione dal peccato originale, ma come risultato comprovato del proprio percorso evolutivo attraverso l'esperienza mistica e vitale. qui dovete smetterla di pettinarvi il ciuffo ore e ore allo specchio, basta MSN e Facebook a segarvi il Gulliver su quanti trilli riuscite a mandare al secondo o quanti fav e amicizie riuscite a collezionare. i tic, le manie e le nuove psicosi mentali qui non sono più ammesse: spogli di ogni vostra falsa convinzione, di ogni vostro atavico dubbio, qui si rinasce dalle proprie ceneri. il battesimo del fuoco adesso può iniziare! alla guida del Rynex il mondo che conosciamo scompare per sempre per riapparire sulla tv di casa (ancora meglio se in scanlines mode on) proiettando un visibilio tecnologico senza precedenti, scombinando le capacità di percezione dell'occhio umano mediante un uso sapiente dell'effetto parallasse applicato ai fondali anni e anni addietro, prima che il 3D tanto sbandierato oggi ingannasse la mente ancor prima dell'occhio. quest'ultimo si perde letteralmente ad ogni tentativo di messa a fuoco di un qualsiasi dettaglio, come ad es. le luci di segnalazione dei nemici e quella del nostro stesso Rynex che rimangono attive perfino in modalità pausa. il campo di gioco si snoda quindi su un illusorio asse z a cui relegare una pseudoprofondità che accompagna tutta l'avventura, ma sul piano puramente cartesiano Thunderfoce IV sconcerta introducendo la vastità ambientale in senso orizzontale, cosa mai vista in nessuna opera precedente. si resta disarmati come davanti ad un trittico di Bosch che riusciamo ad apprezzare nella sua interezza solo allontanandoci con il punto di osservazione, mentre in Thunderforce rimaniamo schiacciati nel tentativo, annichiliti dalla morte improvvisa per collisione nemica. immergendoci nelle fiamme, sentiamo l'adrenalina crescere, il sangue scorrere veloce, fluido e bollente quanto la lava che investe i cunicoli del labirinto alieno che vuole inghiottirci mentre questa fa per pioverci addosso. i fumi che fuoriescono dai getti di scarico delle macchine infernali chiamate a sopprimere la nostra avanzata si mescolano alle decine di proiettili sputate dalle loro bocche di fuoco. il Gargoyle sganciato dalla nave madre che si inabissa nei fondali marini commentato da una geniale nenia elettronica chiaro omaggio ai film horror '80 ad alto spessore musicale è semplicemente da antologia. dalle reminiscenze delle cattedrali gotiche Technosoft cede il passo con nonchalance alle atmosfere dei deserti post-atomici. scheletri di grattacieli derelitti e dune sabbiose incorniciano il fantastico scontro con la nuova macchina di morte lanciata da Vios. ed ecco la piccola volpe del deserto, il fennec, diventare il boss letale di fine stage. i cambi cromatici per sottolineare le fasi solari e ancora il totale dispiego di qualunque mezzo e tecnica software nota all'epoca per elevare il tutto a stato dell'arte assoluto proclamano Thunderforce IV patrimonio dell'umanità in barba alle varie commissioni di approvazione dell' Unesco. non sappiamo di che cosa si siano nutrite le menti geniali dei creatori di tale meraviglia artistica, che letture abbiano fatto, di che cosa si siano occupati prima, non ci interessa o comunque non è rilevante ai fini della disquisizione, solo mera curiosità implicita nello stupore nella trattazione di qualcosa che ha scritto la storia, senza bisogno di divinizzazioni di sorta in quanto già materia divina al suo nascere. quello che ricaviamo dall'ascolto dell'audio di Thunderforce IV è forse la risposta a certe domande che rischiano altrimenti di suonare retoriche e vaneggianti: assoluta dedizione, assoluto amore per l'ars ludica e per il lavoro che si è scelti di fare con passione immensa. amore per la musica, metal e hard rock USA soprattutto, metabolizzati, convulsi e uniti da una matrice nipponica raffinata, sposi adatti da sempre per la controparte grafica di questo genere videoludico. in Thunderforce IV non troviamo mp3 compressi come vedremo più tardi in Lords of Thunder per Mega CD o Sapphire su Pc Engine, non c'è trucco ne inganno, signori. tutto quello che sentite sono autentiche chiptunes. così come la color palette, Technosoft armata di spirito da pioniere del cosmo audio esplora a fondo i limiti dello Z80 del Genesis e scopre la possibilità di sintetizzare la distorsione chitarristica quella più satura, compressa, densa di armoniche per quindi modularla, imbrigliarla come energia atomica in una centrale nucleare e plasmare brani epici da pelle d'oca, veri e propri kickass musicali all'insegna dell' head banging selvaggio, da fare impallidire i migliori gruppi della scena da cui finiscono per attingere al fine di citare, rielaborare, omaggiare. The Evil Destroyer e Metal Squad sono due titoli sufficienti a pompare litri di sangue e sudore, amalgama di cui son fatti i riff a 6 corde degni del miglior Dave Mustaine o di un certo Jeff Waters, fate voi tanto il risultato non cambia. d'obbligo scaricare l'archivio compresso sperando di essere ancora in tempo, e che sia forse presente nel catalogo del cazzo del vostro ipod del cazzo. se siete gay vi cresceranno i peli sul petto, avrete nuove voglie sessuali, e se siete bimbiminkia, nerd, sfigati in generale o peggio ancora vi sentite FIGHI ma in fondo sapete che è sempre una copertura psicologica volta a celare stati confusionali della vita caratteristici dei tempi moderni, non vi rimane allora che giocare a Thunderforce IV e accoglierlo nella vostra vita come un personal jesus in opera di redenzione, come uno dei pochi motivi per giustificare l'esistenza sullo sperduto pianetucolo che ha deciso di accogliere anche voi, qui, nell'anno del signore 2012 e ben 20 anni dopo la venuta di un capolavoro che ha segnato le vite di molti e che segnerà quella di molti altri che vorranno non privarsene. Thunderforce IV: let the lighting strikes again!