Corre il 1998,  e a 2 anni di distanza dalla fine del millennio, epoca di bilanci per tutti, la Cave partorisce  un sentito omaggio all'estetica arcade dei primi anni 90 quasi a voler sancire la doverosa chiusura di un ciclo evolutivo proprio come era iniziato, conferendo alla sua  opera un taglio nettamente classico  e per certi versi autocelebrativo di quegli  stilemi divenuti col tempo veri marchi di fabbrica di un intero genere. in DF dunque non c'è nulla che lo shoot 'em up bidimensionale non abbia già vissuto, ma Cave come per magia riesce in ugual modo a  spiazzare il suo pubblico con l'introduzione di un inedito quanto entusiasmante comparto audio,  dato che sul versante grafico tutto appare  già perfettamente visto, collaudato, ma  incentivato dall'apporto di una estrema cura per i contrasti e gli accostamenti cromatici. e il perchè di questa attenzione è presto  detta. abituati o meglio dire viziati dall'ascolto pedissequo di una colonna sonora sempre in bilico tra il metal e  la generica matrice techno/elettronica, non si può che rimanere increduli messi di fronte al fatto che  in DF le  tipiche scorribande tra  infinite ragnatele di proiettili sono invece accompagnate da un tripudio di funky, black music e discodance in un contesto di puro revival anni 70! difficile dissociare questo connubio così stretto e duraturo, ma Cave non si smentisce mai e rompendo gli schemi rassicuranti dell'abitudine, proietta la micidiale danza balistica su una pista da ballo dove la "febbre del sabato sera" si fà sentire al suono crescente di bassi slappati, sviolinate sexy e corpose schitarrate wah-wah! di risposta al  tappeto sonoro intrecciato in background, il sistema di racimolamento dei punti  viene condotto qui all'estremo visivo, ed in realtà appare solo una mera scusa per coinvolgere e sconvolgere la percezione oculare del giocatore con una ondata psichedelica  di decine di mini-silhouette, rilasciate dai nemici abbattuti, come tanti piccoli john travolta galleggianti  - o meglio - danzanti nello spazio! a corroborare il delirante trip seventies è anche l'effetto delle devastanti smart bomb disponibili  e che ad attivazione daranno il via a una vera e propria "disco-apoteosi" con tanto di voce fuoricampo a sottolineare e inneggiare quanto tutto sia estremamente cool!  facile quindi lasciarsi trasportare dal ritmo, ritrovandosi a battere il piede nel bel mezzo del visibilio prodotto da una azione di blastaggio. va aggiunto però che al di là di questi aspetti puramente estetici, DF rimane pur sempre un manic shooter  di razza, intriso di quella cattiveria endemica a cui non si riesce mai a fare del tutto il callo. al seguito quindi della schermata di customizzazione del proprio velivolo appare abbastanza utile  edulcorare -  per quanto possibile -  il livello di difficoltà, facendo le scelte personali in maniera appropriata attraverso le 3 fasi proposte. nella prima si avrà modo di selezionare  il mezzo e con esso anche la tipologia di sparo, da quello concentrato/frontale per passare gradualmente a quello meno intenso/composito e con  più ampia gittata.  secondariamente avremo modo  di selezionare lo sparo ausiliario tra un potente raggio lock-on (una catena di shuriken), lo sgancio di svariate bombe e una serie di raggi fotonici nascenti a spirale. dulcis in fundo la velocità, che non potendo essere calibrata durante l'azione sarà sempre conveniente mantenere in posizione mediana. immancabili ovviamente  la presenza di  "coreografici"  power-up per moltiplicare la potenza di fuoco, la quale anche portata al limite, resta abbastanza difficile esternare con piena efficacia  nei momenti di massima concitazione, costringendo  a spericolati svicolii oltre che ad una alta soglia di concentramento. sfortunatamente DF si conclude dopo solo 5 stage, difetto che continua a minare  anche con una certa frequenza la  qualità di molti titoli. ma DF non rientra certo tra questi  ultimi, perchè ad una longevità  non troppo appagante controbilancia almeno una azione vertiginosa ed intensa, degna di  un vero cult-game  da finire tutto d'uno fiato. e di tutto quel  fiato spesso sprecato in lunghe ed estenuanti sessioni all'ennesimo Rpg di turno, vale davvero chiedersi se non sia  sempre meglio risparmiarne un pò  per un giro frenetico sulle piste da ballo intergalattiche di DF, per ritrovarsi a finestage ancora in posa plastica à la  Tony Manero, col dito rivolto verso un luccicante globo da discoteca...felicemente "febbricitanti"!












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